Page 14 - Ninetta e le altre
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             sto temporale chi lo poteva prevedere?» ma il mercante, ricordando l’imprecazione della f glia,             gli dice: «Capitano, io mi scordai di comperare una cosa. State a sentirmi: rigiriamoci, e quel             che Dio vuole, sarà». Come si rigirano, muta il tempo, e vanno col vento in poppa. Il mercante             scende a terra, compra il ramo di dattero, lo sotterra in un vaso d’argento, e ritorna alla nave. I             marinai spiegano le vele; ebbero un buon viaggio, e dopo tre giorni giunsero al suo paese. Come             il mercante fu a casa, fece smurare le porte, schiuse i balconi, e poi diede alle f glie, a Rosa e a             Giannina i vestiti, e a Ninetta il ramo di dattero dentro un vaso d’argento.             Ma io mi rifaccio indietro, mi scordavo il meglio. Mentre il mercante era in viaggio, seguì una             volta che alla sorella maggiore cadde il ditale nel pozzo. Ninetta si volge alle sorelle e dice:             «Non vi sgomentate, ragazze, calatemi dentro il pozzo, e lo ripesco io quel ditale.». Come             scende da toccare l’acqua, rimbocca le maniche, e raccatta il ditale; ma come esce la mano, si             accorge di un foro, d’onde veniva la luce. Toglie un pezzo di pietra e vede un bel giardino, una             vera delizia. Senza dire che c’è dato, scaltra come era, si inoltra e comincia a cogliere i f ori più             belli, la frutta migliore e ogni cosa di qualità. Ne fa una grembialata, e, zitta come l’olio, rientra             nel pozzo, rimette la pietra e: «Tiratemi!» e se ne rimonta come non fosse fatto suo. Le sorelle,             visto che ebbero tutta quella grembialata di roba: «Ma dove hai raccolto queste belle cose?» «E             che vi importa a voi?» Ninetta risponde. Ma quel giardino era del f glio del re del Portogallo, e             come vide tutta quella rovina, diede una grande lavata di testa al suo giardiniere. Il giorno dopo             Ninetta si preparò a scendere nel giardino.             Il f glio del re, che per caso se ne stava affacciato, la vide frusciare fra gli alberi; scende giù, ma             non ha visto più alcuno. L’indomani si mise alle vedette: – «Se tu vieni, diceva tra sé e sé, dalle             mie mani non scapperai».             Il terzo giorno Ninetta si cala. Nel meglio ode un rumore dai cespugli, si volge e vede il prin-             cipe che si era slanciato per afferrarla. Spicca un salto dentro al foro, ripone la pietra, e gamba             mia non aver vergogna.             Dopo quel fatto il f glio del re, poveretto, non ebbe più pace, e dalla pena cadde malato, perché                                                              12
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